Paola Giunti nasce il 4 agosto 1962 a Roma, nel quartiere di San Giovanni. La madre, Angela, è casalinga, mentre il padre, Franco, fa il metalmeccanico. La loro famiglia ricalca perfettamente quella classica degli anni del boom: due figli, un maschio e una femmina, un appartamento con lavatrice, televisore e frigorifero, una Fiat 500 nel garage condominiale.
Paola, tanto è di carattere tranquillo e diligente da bambina, quanto irrequieta e ribelle diventa da adolescente: pur continuando infatti a studiare e leggere molto, litiga continuamente con i genitori, desiderando sottrarsi alle loro regole e alle imposizioni di quella che chiama – con il lessico tipico del movimento di contestazione – “cultura borghese”.
Allontanatasi sempre più dalla famiglia, trova rifugio negli amici di scuola e nei compagni di Autonomia Operaia, che inizia a frequentare dall’età di 15 anni. Anche le insegnanti diventano punti di riferimento: alcune di loro, infatti, condividono con i loro studenti gli ideali della contestazione. Lottavo per la rivoluzione e credevo che il futuro avrebbe visto nascere finalmente una società giusta e umana, dove i rapporti non fossero più basati sugli interessi economici e di potere, scrive.
Paola vive una doppia vita: da settembre a giugno è una contestatrice che condivide in pieno gli ideali del Settantasette: vestita con maglioni e jeans larghi partecipa ad assemblee, occupazioni di scuole, manifestazioni. D’estate invece, quando va in Umbria dalla nonna, è una ragazza che vive in pieno la sua giovinezza: si veste con scarpe e vestiti colorati, si trucca, esce con le amiche e con i ragazzi, va a ballare i sabati sera.
Dopo il liceo si iscrive controvoglia alla facoltà di lettere e per potersi mantenere agli studi lavora come distributrice di volantini. La vita come studentessa universitaria non dura però molto: le materie non la appassionano, l’ambiente non le piace e dopo qualche anno decide di ritirarsi.
Nel 1986 prende la tessera del PCI. Dopo un breve periodo passato a lavorare come baby sitter, nel 1988 aderisce ad una cooperativa di assistenza agli anziani e ai disabili e inizia a lavorare come assistente domiciliare nella zona di Tor Bella Monaca. Con il primo stipendio va a vivere da sola.
Nel 1993 inizia una relazione sentimentale e da questa, l’anno successivo, nasce un figlio, Ivan. Crescerà il figlio da sola, con l’aiuto dei genitori.
Nel 2003 frequenta un corso di autobiografia e decide di scrivere la propria memoria, che invia all’Archivio Diaristico Nazionale l’anno successivo.
L’autrice vive tuttora a Roma, dove continua a lavorare come operatrice sociale.