Il giorno dopo e i giorni successivi il miracolo era già compiuto. In quel locale che avevamo irresponsabilmente preso in affitto, accorsero giovani provenienti da tutta la città, portandosi dietro entusiasmo ed una grande voglia di fare. Non so come siamo riusciti a convincere il proprietario a darci in affitto quel bell’appartamento di due stanze, al primo piano.
Disse solo.
– Ma io non credo alla politica. La politica è una cosa sporca, meglio starsene lontani.
– E allora perché ce lo cede?
– Non lo so, forse perché mi siete simpatici e so che se non vi comportate bene vi posso sempre
mandar via. E poi conosco tuo padre e ho avuto modo di conoscere anche te, sebbene da
lontano.
Gli risposi grazie, quando mi ritrovai nelle mani le chiavi e non mi pareva vero che potevamo, io e i miei compagni, godere di un locale tutto nostro, dove poter inventare il mondo che volevamo, senza che nessuno ci potesse rompere le scatole con catilinarie o invettive.
Ma basta parlare. C’era il salone da arredare e mi venne subito in mente PROLETARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI, che scrivemmo ad arco su tutta la parete.