Angela Gotelli
Generosa con gli altri, era parca con se stessa, per
quell’educazione di montagna che aveva ricevuto
fin da piccola.
«LA STAMPA»
Angela Gotelli nasce a San Quirico (Parma), il 28 febbraio 1905, riceve dalla famiglia un’educazione religiosa, orientamento condiviso e rafforzato dall’amicizia con Itala Mela, tra le figure più note del movimento femminile cattolico, incontrata sui banchi del liceo e con la quale prosegue gli studi all’Università di Genova, dove Angela si laurea in Lettere e filosofia all’età di soli ventuno anni. Attiva nella Fuci, collabora a iniziative culturali e formative insieme con altre attiviste, come Maria Teresa Balestrino, Maria Carena, Anna Martino, con le quali mantenne rapporti per tutta la vita; legge, tra gli altri, Mounier e Maritain, autori guida per la sua formazione civile e politica, come del resto per tanti cattolici di quella generazione. Presidente del locale circolo cattolico, tra il 1928 e il 1929 è eletta consigliera nazionale della Fuci; successivamente, dal 1929 al 1933, è presidente nazionale delle universitarie cattoliche. Sono anni di condivisione e amicizia con don Guano e mons. Montini, Igino Righetti, Aldo Moro, cui è poi politicamente vicina. Sceglie il nubilato e si dedica all’attività sociale e alla professione di insegnante che la porta a trasferirsi per alcuni anni a Trieste. È intorno al 1938 l’incontro con Alcide De Gasperi. All’inizio della Seconda guerra mondiale, ella fa ritorno a La Spezia, qui frequenta un corso da crocerossina presso l’ospedale cittadino nel corso della quale matura particolare attenzione ai servizi assistenziali e infermieristici. Nell’estate del 1941 è a Brindisi per curare i soldati colpiti sul fronte in Grecia. Poi di nuovo a La Spezia. La casa di villeggiatura dei Gotelli è sede del comando partigiano, vi trovano rifugio sfollati e sbandati provenienti dalle aree circostanti. Dopo l’8 settembre 1943, sfollata in montagna ad Albareto (Parma), Angela assiste malati e i feriti della zona: la sua è un’intensa e generosa opera di resistenza civile. È lei, a Centocroci (Parma-La Spezia), a garantire la sepoltura alle vittime del rastrellamento: un atto colmo di pietà che rompe e contrasta la ferocia della guerra.
È eletta alla Costituente. Durante il caldo scontro elettorale del 1948 è attiva nei comitati civici, tiene comizi, che conduce con notevole verve. È eletta in Parlamento per tre successive legislature, è nominata vicedelegata nazionale del movimento femminile – ruolo che è costretta a lasciare nel 1950, per i numerosi incarichi istituzionali. Più volte sottosegretario alla Sanità e al Lavoro; è anche presidente dell’Onmi (Opera nazionale maternità e infanzia) per dieci anni, fino al 1973. Gli impegni parlamentari e quelli nel partito, delegata nazionale del movimento femminile durante la direzione di Maria De Unterrichter Jervolino, non la distolgono dall’attivismo nelle associazioni cattoliche. L
a deputata Dc resta fedele al suo interesse per la medicina e nel 1952 avanza una proposta di legge per l’istituzione di collegi delle infermiere professionali e delle assistenti sanitarie visitatrici. Dal 1951 al 1958 è sindaca di Albareto, dove contribuisce alla modernizzazione dei trasporti e al miglioramento delle scuole. Nel 1973, per ragioni di salute, si ritira a vita privata. Angela lascia la casa di via della Chiesa Nuova, dove aveva vissuto i primi anni del suo impegno politico ed era rimasta fino agli anni Settanta con l’amica Laura Bianchini.
Angela Gotelli muore ad Albareto il 21 novembre del 1996.








