Il 19 e il 20 maggio 1968 si svolgono le elezioni in un clima di ripresa economica, dopo anni di congiuntura sfavorevole. Dai risultati emerge un consolidamento della Dc e del Pci mentre i socialisti, presentatisi alle elezioni in due gruppi diversi, pagano il prezzo della scissione. Una situazione complessa, frutto della debolezza riformatrice del centrosinistra e delle speranze deluse di un paese in bilico tra ansia di cambiamento, riforme e spinte conservatrici.
Mentre comincia l’epoca dei “governi balneari” e nelle scuole e nelle fabbriche i giovani reclamano a gran voce nuovi diritti e un cambiamento dei costumi, sono approvate in Parlamento importanti riforme, grazie soprattutto al lavoro delle parlamentari. Nel 1968 è istituita la Scuola materna statale, nel 1970 è approvata la legge sul divorzio; nel 1971 è emanato un piano quinquennale per l’istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato ed approvata una nuova legge di tutela delle lavoratrici madri. Nel 1968, infine, una sentenza della Corte Costituzionale depenalizza l’adulterio femminile.
Nel 1968 sono elette 28 parlamentari: 18 deputate alla Camera su un totale di 630 componenti (2,8%) e 10 senatrici al Senato su 322 componenti ( 3,4%).